Didattica montessoriana: ambiente, cultura, storia

Spazi e ambienti di apprendimento, educazione all’ambiente sono alcuni dei principi chiave della didattica montessoriana. La dottoressa Montessori nel suo progetto educativo pone ampia attenzione all’ambiente sia nel suo significato naturalistico che artistico. Ella concepisce lo studio ambientale non soltanto come trasmissione di cultura, ma piuttosto come un aiuto alla vita in tutte le sue espressioni. “Una scuola che si preoccupa soltanto di questioni scolastiche – afferma la stessa Montessori – può senz’altro essere ammirata come scuola, ma non risponde più ai bisogni del nostro tempo. La scuola che fornisce solo preparazione scolastica, che separa l’intelligenza dalla società reale, non è più valida”. Normalmente il sapere viene sezionato e parcellizzato per poi essere ricomposto in blocchi artificiosi, funzionali ad un insegnamento basato sulla trasmissione di conoscenze, nozioni ed informazioni. Nella scuola montessoriana, invece, lo studente esprime il suo potenziale sia nella dimensione personale che sociale. “Le lezioni stancano il ragazzo e lui ce lo manifesta, perché l’uomo non può vivere solo quando sta usando il pensiero; non si sviluppa solamente attraverso la sua intelligenza e la sua memoria. C’è bisogno di esperienze sociali, di una vita sociale fondata sull’istruzione” (Montessori).  Lo studente “…ha bisogno di lavorare con la mente e con le mani. Questo richiede uno sforzo complesso della personalità. L’errore dell’educazione consiste nel creare un uomo mutilato nelle sue abilità” (Montessori).  

Nel metodo Montessori particolare cura viene posta nel ruolo dell’insegnante. I giovani hanno bisogno, per istruirsi spontaneamente, di avere nell’adulto una guida dirigente che sia un vero rianimatore che sappia suscitare il primo entusiasmo e sappia presentare la cultura in modo elevato. “La persona più adatta a fornire le necessarie spiegazioni non è l’adulto, ma il compagno di poco maggiore di età”, affermava con decisione l’illustre pedagogista quasi a mettere in guardia chiunque che nella scuola impostata sul suo metodo non ci sono commistioni o confusioni. In modo particolare nel pensiero montessoriano la scuola per i ragazzi dai 12 ai 18 anni è concepita fuori dalla città in un luogo in cui sia possibile vivere a contatto con la natura. Così sono nati gli Erdkinder, i “fanciulli della terra” e la cosiddetta pedagogia del luogo. Il luogo ispira il senso di appartenenza. Il luogo ispira la storia. Il luogo è dove viviamo. Il luogo è concreto, è lo spazio di vita vissuta in cui le comunità umane hanno organizzato la vita secondo criteri di socialità. Far lavorare i giovani studenti con l’archeologia, ad esempio, calarli nella cultura materiale di una società antica permette la concretizzazione delle scene sociali che essi stessi stanno costruendo dentro di loro.

Una didattica ambientale per essere efficace deve poter procedere per fasi sequenziali. In primo luogo occorre delimitare il campo di indagine: il rapporto tra evoluzione storica ed utilizzo delle risorse può spiegare i diversi aspetti che determinano la specificità del territorio e delle sue situazioni storiche.

Infatti la realtà fisica ed il suo sfruttamento a fini economici è sempre mediata ed indirizzata dai valori che una data popolazione ha elaborato. Il nostro campo di indagine, quindi, dovrà porsi sia come evidenziazione del processo storico che come analisi territoriale.

In secondo luogo occorre attivare l’osservazione e l’analisi del campo d’indagine prescelto.

La formulazione di categorie logiche consente di analizzare e comprendere i fenomeni complessi che sono presenti nell’oggetto di studio. In questo contesto lo spessore storiografico può divenire elemento probante di avvenimenti che hanno scandito e caratterizzato un insediamento umano.

In terzo luogo attraverso la problematizzazione dei dati analizzati si pone l’attenzione sulla relazione tra culture ed utilizzazione delle risorse:l’allievo, infatti, deve essere educato all’analisi di una realtà intesa come studio di problemi complessi.

Spiegare la motivazione dei fenomeni osservati e perché questi stessi fenomeni si evidenziano all’interno dell’ambito considerato, implica l’introduzione di nuovi modelli di analisi che rendono la singola realtà territoriale intellegibile ed interpretabile. In più una simile impostazione consente, attraverso un percorso analogico, la comprensione di elementi simili anche se geograficamente distanti e l’acquisizione del metodo storico per la comprensione del passato.

Inoltre la formulazione di ipotesi di risposta consente nella quarta fase di evidenziare che la concretezza dell’intero progetto dà luogo ad un saper fare che non necessariamente investe solo il campo della semplice esercitazione.

Le tematiche suscitate nel confronto tra culture o nel campo delle diverse utilizzazioni delle risorse dovrebbero produrre auspicabili mutamenti di atteggiamento nello studente. L’operatività in questo senso deriverebbe da una rinnovata capacità di analisi e dalla possibilità di attivare comportamenti che tengono conto della tutela del patrimonio storico-archeologico del nostro paese e del senso di appartenenza ad una storia e ad una natura. In ogni caso le ipotesi individuate dagli allievi saranno vagliate per la loro congruità o incongruità rispetto alle caratteristiche del problema esaminato, sfruttando, però, le conoscenze disciplinari che sull’argomento mano a mano si sono venute determinando. Tale procedura tenderà a falsificare alcune ipotesi e ad affermarne altre ritenute più congrue alla luce dell’acquisita capacità di analisi.

Successivamente nella quinta fase di sintesi e verifica le relazioni tra cultura, tecnologia ed utilizzazione delle risorse permetteranno di trovare quei parametri per identificare i fenomeni e di ordinarli in categorie consentendo l’individuazione e la piena comprensione del tema proposto.

Nella formazione culturale dello studente la presenza massiccia di informazioni scientifiche provenienti dalla comunicazione mediale si riflette immancabilmente sulla sua vita: tale informazione non è sempre organizzata secondo un percorso metodologico che lo mette in condizione di comprendere ed elaborare il significato del messaggio, spesso quest’ultimo diviene uno stimolo indistinto che procura semplicemente bisogni.

D’altra parte va sottolineato che nell’epoca dell’informazione virtuale lo stimolo alla sperimentazione è fortemente limitato dall’esigenza di informare a qualsiasi costo, anche se la medesima informazione non ha avuto il necessario riscontro probatorio: la multimedialità a questo proposito, purtroppo, gioca un ruolo non sempre chiaro dal punto di vista educativo.

A tutti gli effetti, quindi, il processo d’istruzione si realizza nel momento in cui il territorio non viene più analizzato e vissuto come spazio indifferenziato, ma come insieme complesso in cui individuare elementi e dinamiche. Tale impostazione costruita su basi olistiche, tende a sviluppare una visione fondata sullo studio dell’insediamento umano come totalità organizzata e non come insieme di parti staccate da ogni contesto.

L’ambiente diviene, quindi, il complesso delle modalità con cui l’umanità è andata strutturando lo spazio secondo criteri di socialità e di utilità: dal soddisfacimento di bisogni elementari e complessi, in linea con le caratteristiche geografiche del territorio, si è passati a concepire quest’ultimo come parte integrante del proprio organismo. Proprio per questi motivi gli obiettivi valoriali in questo progetto dovranno essere indirizzati all’acquisizione dell’ambiente come bene attraverso una corretta conoscenza di quest’ultimo, al suo rispetto, al riconoscimento che esso si fonda su un sistema di relazioni in cui gli elementi sono in equilibrio ecosistemico tra di loro. Inoltre dal punto di vista formativo lo scopo prioritario di questa attività didattica è quello di sviluppare la capacità di analisi e di comprensione dello spazio archeologico (ad esempio) con riferimento alla valorizzazione e salvaguardia dei beni culturali. Per queste motivazioni l’acquisizione di modelli mentali da parte degli allievi, come base necessaria per la progettazione di nuove esperienze nella didattica dei beni culturali ed ambientali, diviene elemento qualificante a tutti gli effetti.

Trasformare l’ambiente in significato diviene a tutti gli effetti l’obiettivo qualificante dell’impostazione didattica montessoriana che si fonda sull’educazione cosmica che ha come obiettivi formativi:

  • Comprendere le relazioni che le diverse forme di comunicazione hanno con il contesto e con gli altri ambiti della cultura
  • Operare un confronto tra le diverse forme di linguaggio: il linguaggio dei monumenti antichi, il linguaggio del paesaggio
  • Riconoscere la specificità dei singoli linguaggi: l’organizzazione politica ed economica attraverso la funzione dei monumenti
  • Riflettere sulla funzionalità espressiva dei diversi linguaggi e sul rapporto che si stabilisce tra loro nei testi multimediali
  • Capacità di analisi e sintesi sulle osservazioni scientifiche
  • Capacità di orientarsi nello spazio

Giuseppe Lattanzi